Il talento azzurro segue ormai le orme della leggenda svizzera: ecco come Jannik Sinner può entrare ancor di più nella storia
Un computer. Quasi infallibile. Una macchina perfetta che, in particolar modo dallo scorso ottobre in poi, non perde praticamente un colpo. Negli ultimi 7 mesi Jannik Sinner ha perso solamente quattro partite, rendendosi protagonista di una serie di vittorie che lo hanno portato ad infrangere un gran numero di primati. Stabilendo primati tanto nazionali quanto mondiali. Tanto personali quanto di precocità nel circuito.
Del resto lo score parla chiaro. Limitatamente al solo 2024 – anno magico, in cui ha già trionfato agli Australian Open, a Rotterdam e a Miami – il talento di San Candido ha inanellato 16 vittorie consecutive in avvio di stagione: semplicemente il più giovane della storia ad averlo fatto.
Così come è stato il più giovane ad aver incamerato tra finali a Miami, nonché quello, in àmbito nazionale, ad aver guadagnato di più in termini di montepremi derivanti dai tornei, oltre ad esser stato il primo azzurro di sempre ad occupare la seconda casella del ranking mondiale.
Ma qual è il segreto – se ce n’è uno – dell’incredibile ascesa dell’altoatesino ai vertici del tennis mondiale? Oltre al talento, assolutamente innegabile, c’è anche tanto ma tanto lavoro nella crescita del tennista azzurro. I miglioramenti dal punto di vista tattico, fisico e di forza mentale sono sotto gli occhi di tutti.
Paolo Bertolucci, una delle ‘vecchie’ leggende del tennis italiano, ha provato a dare la sua interpretazione su quello che sarebbe uno dei punti di forza dello Jannik freddo calcolatore – in senso buono, s’intende – e attento programmatore di ogni singolo dettaglio.
Perché è questo che, ad altissimi livelli, fa indubbiamente la differenza. L’aver rinunciato ad esempio alla Coppa Davis di Bologna nello scorso settembre ha consentito al 22enne di presentarsi in forma smagliante a Pechino. Dove è iniziata a tutti gli effetti la sua incredibile scalata ai vertici del tennis mondiale.
“La programmazione è sempre stata un punto di forza di Jannik, che ha compreso ben presto come bisogna muoversi e come bisogna curare bene i momenti e le situazioni. Servono i tornei ma anche i momenti di preparazione, e bene ha fatto Sinner a lavorare perché da adesso fino a Parigi è tutta una tirata“, ha esordito il 72enne toscano nel suo editoriale redatto per ‘La Gazzetta dello Sport‘.
“Giocare due o tre tornei, allenarsi e poi di nuovo tornei: questa è la strategia vincente. Una sorta di ‘stop and go’: un sistema che ha insegnato Roger Federer, e che è qualcosa di diverso da battere il ferro quando è caldo“, ha concluso Bertolucci.
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