Racconto dell’ex allenatore, tra le altre, di Chelsea e Marsiglia, che sconvolge tifosi e appassionati di sport in generale
Non è mai facile aprirsi e parlare delle proprie questioni personali, delle proprie ferite che non si sono ancora del tutto rimarginate. Di certo, al tecnico non manca il coraggio nel parlare di un trauma che ha vissuto in prima persona e a causa del quale ha sofferto tanto.
Il mondo del calcio ha appreso con un grande sospiro di sollievo le dichiarazioni di André Villas-Boas, ex tecnico di Porto, Tottenham, Chelsea, Zenit e Olympique Marsiglia e vice di José Mourinho all’Inter nella stagione 2008/2009.
Il portoghese, mentre spera di diventare il nuovo presidente dell’amato Porto, ha parlato per la prima volta della sua battaglia contro due tumori.
Il coraggio non gli è mai mancato e la sua carriera da allenatore parla da sola: essa è stata contraddistinta da tanti successi – come ad esempio il Triplete conquistato al Porto nella stagione 2010/2011 -, e da altrettanti fallimenti, come gli esoneri sulle panchine di Chelsea e Tottenham in Premier League.
Comunque, a prescindere dal suo passato calcistico, Villas-Boas al giornale portoghese Sabado ha spiegato due situazioni molto delicate in cui ha rischiato la vita. La prima raccontata dall’allenatore è riferita al gennaio 2018, quando partecipò alla quarta tappa del rally Dakar: la Toyota Hilux che guidava si arrampicò su una duna prima di atterrare in una buca. Quel salto gli ruppe letteralmente la spina dorsale: un elicottero lo trasportò in ospedale, con i medici che gli effettuarono subito una radiografia per capire meglio la situazione.
Tuttavia, poco dopo essere tornato a Porto e a seguito di ulteriori accertamenti, arrivò una notizia devastante: l’allenatore scoprì infatti di avere un tumore alla tiroide. “Hanno dovuto operarmi per asportarmi metà della tiroide, ma l’intervento andò male: ancora qualche minuto e sarei morto per asfissia“, ha detto Villas-Boas.
Ma, sempre grazie a ulteriori analisi, scoprì poi di aver un altro tumore, questa volta alla schiena. Per fortuna, sia il tumore alla tiroide che quello alla schiena furono scoperti in anticipo, in questo modo i loro effetti furono minimi sulla salute del tecnico portoghese, che oggi è tornato alla normalità e sogna di diventare presidente del Porto al posto dell’attuale numero uno dei Dragões, l’86enne Pinto Da Costa.
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