L’Inter ha subito una grandissima delusione, un dolore per i tifosi che rimangono senza parole. Ma cosa è realmente accaduto alla squadra nerazzurra?
Un momento di crisi indimenticabile che ha lasciato un profondo segno nel cuore della tifoseria.
Andiamo a leggere questa storia incredibile.
Nell’estate del 1992, l’Inter, sotto la presidenza di Ernesto Pellegrini, realizza quello che sembra essere il colpo di mercato della stagione, spendendo la cifra record di 14 miliardi di lire per assicurarsi le prestazioni dell’attaccante della Stella Rossa, Darko Pancev. Prima del suo arrivo in nerazzurro, Pancev aveva dimostrato le sue indubbie qualità nel Vardar e nella Stella Rossa, dove aveva segnato un totale di 168 gol in 242 partite. Il suo palmarès parlava chiaro: tre titoli di capocannoniere in Jugoslavia, una Scarpa d’Oro europea e una storica Coppa dei Campioni vinta con la Stella Rossa. Le aspettative erano alle stelle non solo tra i tifosi ma anche tra gli addetti ai lavori; persino Arrigo Sacchi e l’allora allenatore dell’Inter Osvaldo Bagnoli si lasciarono andare a dichiarazioni entusiastiche sulle potenzialità del nuovo acquisto.
Nonostante un precampionato e delle prime apparizioni in Coppa Italia che sembravano confermare il valore dell’investimento fatto su di lui (con cinque gol segnati contro la Reggiana), l’avventura italiana di Pancev prese ben presto una piega negativa. In campionato le sue prestazioni furono molto al di sotto delle aspettative: difficoltà nel controllo palla, scarsa partecipazione alla manovra offensiva della squadra e una serie impressionante di occasioni da gol sprecate lo trasformarono da promessa a delusione. La sua incapacità di adattarsi al calcio italiano lo portò ad essere soprannominato ironicamente “ramarro” dai tifosi.
Osvaldo Bagnoli cercò in tutti i modi di integrare Pancev nella squadra affidandogli fiducia e spazio nonostante le critiche crescenti. Tuttavia, nemmeno il cambio sulla panchina nerazzurra con l’arrivo di Ottavio Bianchi riuscì a invertire la rotta per il macedone che continuò a mostrare prestazioni insufficienti fino al punto da essere messo ai margini della squadra.
La situazione diventò insostenibile al punto che l’Inter decise infine di mandarlo in prestito al Lipsia in Bundesliga dove anche qui non riuscì a lasciare un’impronta significativa. Dopo un breve ritorno all’Inter senza successi evidenti sotto la guida tecnica prima Bianchi poi Moratti presidente decide definitivamente per la cessione definitiva sempre verso club tedeschi dove chiuderà poi la carriera senza particolari acuti.
Anni dopo aver lasciato Milano, Pancev ha espresso più volte rammarico per come si sono svolti gli eventi durante il suo periodo all’Inter attribuendo parte delle colpe all’ambiente poco accogliente trovato nella squadra nerazzurra ma anche alla stampa italiana che secondo lui lo avrebbe trattato ingiustamente rispetto ad altri giocatori come Van Basten. Ha lamentato anche problemi nell’integrazione con alcuni compagni italiani che avrebbero ostacolato il suo inserimento nello spogliatorio interista.
Nonostante queste difficoltà incontrate nel calcio italiano, è importante ricordare come Darko Pancev rimanga una figura leggendaria nei Balcani specialmente grazie alle sue imprese con la maglia della Stella Rossa Belgrado dove è ancora considerata uno degli attaccanti più letali della storia del club serbo ed eroe nazionale macedone.
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