La storia del successo di Pallacanestro Biella inizia nel mese di giugno del 1994, quando le due maggiori società cestistiche biellesi, Biella Basket Club e Amici del Basket Biella, decisero di unire le proprie risorse umane, tecniche ed economiche per dar vita alla Associazione Sportiva Pallacanestro Biella.
E acquisendo il titolo sportivo di Garlasco la nuova squadra si iscrive al Campionato Nazionale di serie B2. La nuova avventura biellese nel basket che conta è targata Ing Sviluppo. La società olandese rimarrà il main sponsor rossoblù per quattro stagioni, fino al 1998.
Il primo colpo di mercato arriva a giugno, quando Savio e Atripaldi firmano un triennale con Federico Danna, già coach di Torino in Serie A e considerato uno dei migliori tecnici soprattutto per il lavoro con i giovani. Coach Danna infatti, oltre alla prima squadra, allena anche una squadra propaganda e supervisiona il settore giovanile.
La formazione allestita per la stagione 1994/95 conclude la prima fase al 2° posto, ottenendo l’accesso alla fase finale di Play-off e lotta poi fino al termine del campionato per la promozione in Serie B d’Eccellenza, meritandosi il titolo di “squadra rivelazione” del campionato.
Il roster viene reso ancora più competitivo, con l’arrivo dell’esperto Gianpiero Savio, giocatore dal grande passato in Serie A e già alla corte di Federico Danna a Torino. L’obiettivo di inizio anno era chiaramente uno solo: la promozione in B d’Eccellenza.
L’obiettivo viene centrato tra l’entusiasmo generale, dopo un campionato condotto in testa dalla prima all’ultima giornata, con lo straordinario record di 25 vittorie su 32 partite disputate. Biella chiude la stagione regolare con 34 punti, davanti a Oderzo fermo a quota 30. Nei play-off i rossoblù diventano inarrestabili e centrano otto vittorie consecutive che vogliono dire promozione.
Come nella passata stagione, in estate arrivano giocatori importanti come Conti e Compagni. Ma il vero colpo di mercato arriva a gennaio, quando Federico Danna rinnova per altre due stagioni, fino al 1999. I rossoblù si trovano in un girone equilibratissimo e chiudono la stagione regolare al 7° posto, anche se si trovano a soli due punti dalla vetta della classifica.
Gli scontri diretti escludono l’Ing/Fila dai play-off e la condannano addirittura ai play-out, dove vince sette gare su dieci e vince il girone. La stagione si chiude con l’addio al basket di Giampiero Savio, che all’ultima gara segna ancora quattro bombe.
Biella cambia ancora il proprio volto con l’arrivo di cinque giocatori: Piazza, Volpato, Raggi, Ogliaro e Zamberlan, che diventa preso un nuovo idolo della curva. Sarà una grande stagione per i rossoblù, che segna il ritorno in serie A dopo 27 anni. Dopo aver chiuso la prima fase in testa, vincendo 15 partite su 22, il girone successivo vede invece i rossoblù sfiorare subito la promozione, chiudendo secondi il girone e cedendo solo a gara-3 a Roseto.
Biella però vince lo spareggio per il terzo posto in campo neutro a Viterbo contro Barcellona Pozzo di Gotto (contro il futuro rossoblù Matteo Soragna). Quella vittoria vale la promozione in A2 a seguito delle rinunce di Napoli e Caserta.
È l’anno dell’arrivo a Biella di due dei giocatori più amati dalla tifoseria rossoblù: Joseph Blair e Nate Erdmann, che sono anche i primi americani della storia di Pallacanestro Biella. La Fila raggiunge senza troppi problemi l’obiettivo iniziale della salvezza, chiudendo in 6ª posizione su 14 squadre (nonostante avesse perso per infortunio nella “fase a orologio” proprio Blair, sostituito da Hendrick), raggiungendo le semifinali.
La serie contro la Scavolini Pesaro è intensissima, ma BIella la spunta a gara-4 di fronte a 3000 spettatori. La finale rimane però un tabù contro una fortissima Reggio Calabria di Manu Ginobili, che conquista meritatamente la A1.
Come in tradizione di Pallacanestro Biella, viene confermata la struttura portante della squadra, con Norman Nolan a sostituire Blair, Massimo Sorrentino, Cristiano Masper e il colpo Davide Pessina. La stagione viene condizionata dai tanti infortuni, e la Fila chiude la regular season all’8° posto con 18 punti.
Nella seconda fase invece Biella guadagna una posizione e chiude 7ª, conquistando la semifinale. La serie con la Jesi di Boni, Firic e Gigena è “thrilling”. I rossoblù vanno sotto 2-0, ma recuperano con due capolavori firmati Erdmann e Sorrentino. Si arriva a gara-5, con Erdmann fuori per infortunio: Jesi passa e Biella resta in A2. L’annoo si chiude con l’addio di Federico Danna, che si trasferisce a Varese in A1.
Al posto di Danna arrivano Marco Crespi nel ruolo di head-coach, e Alessandro Ramagli come vice. È il preludio di una annata che rimmarrà nella storia della Pallacanestro Italiana. Arrivano giocatori di un’latra categoria come Corey Brewer, Kevin Rankin (dall’Ulker Istanbul) e Antonio Granger, giocatore dal talento cristallino che avremmo rivisto in futuro su palcoscenici ben più importanti come in Uleb Cup ed Eurolega.
La Fila domina il campionato, centrando 30 vittorie su 36 gare: è A1! È anche l’anno della sfida ai campionissimi della Kinder Bologna, che in quella stagione centreranno il “Grande Slam”, ma che i rossoblù costringono addirittura al supplementare alle Final-8 di Coppa Italia di Forlì.
Il primo anno di A1 comincia con la partenza di Crespi verso Siviglia e la promozione a head-coach di Alessandro Ramagli. Marco Atripaldi piazza tre acquisti importantissimi: il corteggiatissimo Segado “Cookie” Belcher uomo di punta del college di Nebraska, il playmaker dal grande talento offensivo “Mago” Malik Dixon, e “Tiramolla” Michael Batiste, che vedremo poi come uno dei migliori centri d’Europa al Panathinaikos campione d’Eurolega e di 7 campionati in Grecia.
All’ultimo minuto del mercato arriva uno dei più grandi idoli della curva: Andrea Niccolai, che con 16 punti trascina i rossoblù alla vittoria nell’esordio in A1. La Lauretana centra la salvezza con 14 vittorie e 22 sconfitte, e il 13° posto con 28 punti a +4 sulla retrocessione.
Dopo una partenza ad handicap (1 vittoria e 8 ko), la Lauretana prende il volo contro la Skipper Bologna al termine dell’andata. Tutto il talento di Jamel Thomas si accende di colpo (24 punti in 20′ contro la Fortitudo), e diventano determinanti Di Bella e, dalla panchina, Carraretto e Michelori. Il PalaPajetta diventa una fortezza quasi inespugnabile, anche grazie al duo sottocanestro, Jaacks-Sales.
La Lauretana si conferma “ammazzagrandi”: nel ritorno cadono tutti tranne Siena e i campioni d’Italia di Treviso. Addirittura Biella centra i play-off con una giornata d’anticipo (vittoria di 30 punti sulla Virtus Bologna). Il cammino della Lauretana negli ottavi si chiude però alle pendici del Vesuvio in gara-3, ma a testa alta e con la voglia di riprovarci e migliorarsi, insieme.
È l’ultima stagione di Matteo Soragna in rossoblù, con la sua maglia numero 7 che verrà ritirata, prima di essere poi rispolverata nell’estate del 2008, quella del ritorno. Biella chiude all’11° posto, frutto di uno splendido girone di ritorno,con le belle vittorie di Trieste, che scaccia lo spettro retrocessione, Udine e Napoli, che hanno portato la Lauretana a giocarsi a Roma le chances di play-off.
È l’anno di DeMarco Johnson, dell’infortunio di Belcher (sostituito da Kyle Hill), e della partenza di Carraretto dopo la vittoria su Messina verso il Tau di Ivanovic, all’epoca incontrastato padrone della Liga.Ironia della sorte, l’ultima partita è a Treviso, con Hill che impallina da ogni parte il canestro della Benetton (10/12 da tre) e Soragna che prende confidenza con la sua nuova casa.
L’anno 2004/2005 è soffertissimo, probabilmente il più complicato della storia del club, con la salvezza centrata per differenza canestri sul parquet della Climamio campione d’Italia, proprio mentre Livorno infilava Reggio Calabria.
Un anno sfortunatissimo, in cui l’addio di Belcher per infortunio e il lungo ko di Di Bella rimangono splendide istantanee, come le vittorie casalinghe con Milano e Cantù (probabilmente quest’ultima la partita più bella mai vista sul parquet di Biella), le prodezze di Austin, la resurrezione di Santarossa e Giovannoni, il rientro rabbioso e caparbio di capitan Di Bella, i voli di Minard ed il volto pulito di “Iceman” Black, australiano dal carattere straordinario fondamentale nel finale. Tutto fino alla festa del 30 aprile a Bologna, in cui per davvero si è festeggiato più di uno scudetto. Una salvezza meritata, trasformata paradossalmente nell’ evento mediatico della primavera, grazie alle telecamere di Sky.
Si volta nuovamente pagina, con Di Bella che va a Bologna, Bougaieff a Casale (al Piemonte sembra proprio affezionato…), Minard a Reggio Emilia, via anche Jaacks e Austin, e Aguiar che va a guadagnarsi minuti a Sassari. Ma a cambiare non è soltanto la squadra: dopo 11 anni di presidenza, Alberto Savio comunica il suo “passo indietro”, facendo spazio a Stefano Verzoletto, altro imprenditore biellese appassionato e tifoso, già nella compagine societaria rossoblù.
Arriva Damon Williams, uno dei killer di Biella l’anno precedente, l’esperto e carismatico Frosini, il piemontesissimo Garri, l’esuberante Cotani, il talentuoso Bremer, il cecchino Joe “Smoking” Smith e Thabo Sefolosha, primo rossoblù chiamato al Draft Nba. Oltre a un nuovo marchio che porterà in giro per l’Italia il nome di Biella: Angelico. La stagione si chiude con l’8° posto e l’eliminazione ai quarti con la Climamio.
Ramagli saluta dopo 5 intensi e bellissimi anni, ma in panchina si parla sempre livornese, con Luca Bechi promosso a capo-allenatore. La squadra è rivoluzionata: restano capitan Frosini e Cotani, a loro si affiancano Barlera, il giovane Porta da Livorno e il play della nazionale tedesca Roller. Sul fronte Usa iniziano la stagione Coppenrath, Daniels e il duo da Louisville Gaines-Dean. A gennaio Ganeto va a Casale e Dean vola in Russia.
Al loro posto due amatissimi ex: Jamel Thomas e Stephen Black. Con loro Biella raggiunge la più alta classifica terminando 6ª e incrociando la Virtus nei quarti: la partenza col botto della vittoria in gara-1 entusiasma e galvanizza i rossoblù, che arrivano a gara-5 a Bologna davanti a oltre 600 tifosi rossoblù. Biella scrive così un’altra bellissima pagina della sua storia, che registra anche l’addio di Atripaldi verso Treviso.
Daniele Baiesi raccoglie il testimone di Atripaldi, mentre Bechi costruisce una squadra giovane e piena di entusiasmo, ripartendo da Cotani, Barlera e dalla classe ’83 italiana con Rosselli, Cinciarini e Santolamazza, a cui si aggiungerà a novembre Spinelli. Dall’estero arrivano prospetti interessanti come Jerebko, mentre gli americani sono tre esordienti provenienti dalla NBDL, Troy Bell, BJ Elder e Kevinn Pinkney, più Brandon Hunter.
La partenza è incredibile e l’Angelico taglia alcuni storici traguardi, come il 2° posto al termine dell’andata e la semifinale di Coppa Italia (ko con la vincitrice Avellino). Nel ritorno il calo fisiologico, anche per la gioventù e l’inesperienza. A marzo Langford rimpiazza Bell (che va anche lui a Casale). L’obiettivo di inizio stagione della salvezza è raggiunto con largo anticipo insieme ad alcune grandi vittorie, come con Milano e la Fortitudo, che impreziosiscono la stagione.
È l’estate dei grandi ritorni. Comincia Atripaldi, che rientra nel ruolo di Presidente, continuano Garri, Smith e Gaines. A loro si aggiungono Aradori, Gist e Plaisted, subito ko e sostituito dal guerriero sloveno Jurak, che completa il reparto lunghi con Brunner. Il 1 marzo 2009 l’esordio nel Biella Forum viene bagnato dalle sette triple di Aradori e da una larga vittoria con Montegranaro. Sei vittorie consecutive regalano il 7° posto e i quarti con Roma, con cui si arriva a gara-5.
È il 26 maggio 2009: Biella espugna il PalaEur seguita da oltre 200 tifosi e conquista la storica semifinale con Milano! Dopo aver sfiorato in gara-1 la vittoria, l’Angelico pareggia la serie in una gara-2 giocata in un Biella Forum stracolmo, che esplode quando Spinelli segna il canestro decisivo nel supplementare. Gara-4 è l’epilogo della stagione rossoblu: il Biella Forum è ancora una volta gremito, ma Biella resiste per metà partita. Da pelle d’oca l’ultimo minuto, con tutto il pubblico in piedi a tributare una meritatissima standing ovation.
Una stagione che ha dell’incredibile. La dea bendata volta le spalle ai rossoblù fin da subito Plisnic si infortuna in preparazione e resta fuori fino a marzo e viene sostituito da Schultze, mentre Jones, re delle schiacciate in Nba bel 2004, fa solo intravedere sprazzi della sua classe prima che la spalla lo obblighi a chiudere anzitempo la stagione. Il suo sostituto Colmeman viene scartato, viene preso Diaz che si infortuna dopo poche partite.
A turno saltano qualche gara anche Smith e Soragna, rientrato alla base ed entrato di nuovo in possesso della sua maglia numero 7. Nonostante tutto l’Angelico si presenta all’Europa con 4 vittorie su 6 gare, che però non bastano a passare il turno (è l’unica eliminata in EuroCup con 8 punti). In campionato la squadra risente dei troppi cambiamenti e arriva a giocarsi la salvezza all’ultima giornata contro la Ferrara degli ex, Spinelli e Schultze (nel frattempo passato in Emilia). Lo “spareggio” è da cardiopalma e vede i rossoblù trionfare al termine di una gara difficilissima e che ancora una volta cattura le attenzioni di tutta l’Italia cestistica.
Un’altra stagione al cardiopalma, culminata per il secondo anno consecutivo con la salvezza all’ultima giornata! Un team giovane e arrembante, allenato per la prima volta da coach Cancellieri, di rientro da Veroli e alla sua prima esperienza in Serie A. Una squadra capace di prestazioni super, come la incredibili vittorie a Treviso, Varese e Milano, e debacle improvvise, guidato in cabina di regia dal play “genio e sregolatezza” Edgar Sosa e ben coadiuvato dall’atletismo di Jeff Viggiano e dall’esplosività di Marc Salyers e Goran Suton.
L’inizio di stagione è molto promettente, con i rossoblu che conquistano per la terza volta l’accesso alle Final Eight di Coppa Italia, quest’anno a Torino. Al giro di boa però le cose cambiano e la squadra entra in una serie negativa che la porta al penultimo posto. Nel momento più critico però i ragazzi sfoderano le prestazioni migliori: vittoria in casa contro la diretta rivale Brindisi dell’ex coach Luca Bechi, seguita tre giorni dopo dal successo a Montegranaro, con cui si evita anche il problema “wild-card”. Pallacanestro Biella può così festeggiare l’undicesimo anno consecutivo in serie A!
Come spesso accade, Biella inizia la stagione con poche certezze e tante belle scommesse, dagli americani Pullen e Coleman, agli europei Chrysikopoulos e Dragicevic. Nelle prime 10 giornate, conquista subito 7 vittorie che la portano ad un passo dal primo posto in classifica, ottenendo anche per la prima volta nella sua storia tre successi consecutivi fuori casa. Dopo Natale arriva il calo fisiologico: Biella perde diverse partite nel finale, e anche la fortuna volta le spalle ai rossoblu.
Nel momento più difficile, arriva però la vittoria più bella dell’anno: davanti ai 5.000 spettatori del Forum, Soragna e compagni battono la corazzata Milano rimontando nel secondo tempo 23 punti di scarto. Una partita epica, che difficilmente i tifosi dimenticheranno. La seconda parte di stagione resta più che soddisfacente, e nel derby vinto contro Casale Monferrato i rossoblu conquistano con ampio anticipo una meritata salvezza!
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