Maledizione per la squadra Maledizione per la squadra

La squadra maledetta, il motivo assurdo che ha rovinato tutto

Una squadra maledetta che ha avuto delle difficoltà quasi impareggiabili e in grado di rovinare tutto proprio sul più bello. Ma cosa è successo?

La storia che vi raccontiamo oggi è piuttosto paradossale.

Maledizione per la squadra
Come la squadra ha rovinato tutto (PallacanestroBiella.it)

Ma andiamo a vedere cosa riguarda.

La maledizione nel 1986

Il Draft NBA del 1986 è passato alla storia non solo per i talenti che ha introdotto nel mondo del basket professionistico ma anche per le tragiche vicende che hanno coinvolto alcuni dei suoi protagonisti più promettenti. Questo evento è diventato un simbolo di come il destino possa prendere una piega inaspettata, trasformando sogni di gloria in incubi.

Il 17 giugno 1986, al Felt Forum di New York, oggi noto come The Theater all’interno del Madison Square Garden, si respirava un’aria insolita. Cinque giovani talenti posavano con i cappellini delle squadre NBA che li avevano appena reclutati: Knicks, Pacers, Cavaliers, Celtics e Warriors. Erano la top 5 del Draft NBA di quell’anno e rappresentavano il futuro della Lega. Tuttavia, nessuno avrebbe potuto immaginare quanto sarebbe stato maledetto quel draft.

basket crisi
Tutto rovinato (PallacanestroBiella.it)

Len Bias era considerato un talento eccezionale, paragonabile a Michael Jordan per le sue capacità atletiche e tecniche. La sua morte prematura a causa di un’eccessiva assunzione di cocaina ha segnato profondamente la Lega e tutti gli appassionati di basket. Bias rappresentava il futuro della NBA ma è rimasto soltanto un punto interrogativo nella storia dello sport.

Chris Washburn, ma non solo

Chris Washburn era stato scelto come terza chiamata dai Golden State Warriors grazie alle sue incredibili doti fisiche ed atletiche dimostrate già ai tempi dell’università in North Carolina State. Tuttavia, problemi extracampo legati all’abuso di sostanze stupefacenti hanno presto oscurato il suo talento sul parquet. Nonostante i primi guadagni fossero stati investiti per comprare una casa alla madre e nonostante le aspettative altissime su di lui, Washburn non riuscì mai a liberarsi dalla dipendenza da cocaina e crack che lo portò ad essere squalificato a vita dalla NBA dopo solamente due stagioni.

William Bedford entrò nel mondo del basket quasi contro la sua volontà; alto due metri e cinque centimetri fin dalle superiori fu indirizzato verso questo sport senza avere una vera passione. Nonostante ciò riuscì a raggiungere importanti traguardi universitari prima di essere scelto da Phoenix Suns nel draft NBA. Anche per lui l’abuso di sostanze stupefacenti segnò l’inizio della fine della sua carriera professionistica.

Roy Tarpley mostrò subito il suo valore in campo con i Dallas Mavericks diventando uno dei giocatori chiave della squadra già dal suo primo anno nella Lega. Tuttavia, anche la sua carriera fu presto offuscata da problemi legati all’alcolismo e all’uso di cocaina che lo portarono ad essere espulso dalla NBA.

Queste storie sono solo alcune delle tante vite segnate dal Draft NBA del 1986; vite piene di promesse ma anche costellate da tragedie personali che ricordano quanto sia fragile il confine tra successo ed autodistruzione nello sport professionistico.

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